Obama a gagné les elections aussi grâce au web 2.0. Cela pourrait devenir un problème.
Obama hat die Wahlen auch dank 2.0 gewonnen. Das kann ein Problem werden.
Un aspetto della personalità politica di Barack Obama, e della sua vittoria elettorale, che i “media” italiani hanno sostanzialmente ignorato, è costituito dal ruolo fondamentale che, all’interno della sua politica in generale, e della sua vittoriosa campagna elettorale, ha rivestito, e riveste, l’utilizzo delle più avanzate tecniche del Web, in particolare del Web 2.0.
Intanto, il neo-presidente ha utilizzato ampiamente YouTube per parlare agli Americani.
In secondo luogo, egli ha costituito, per tutta la durata della campagna elettorale, un’enorme mailing list, che ha costituito uno dei principali strumenti organizzativi e di comunicazione del blocco politico che lo sostiene.
Con l’inizio del mandato alla Casa Bianca, questo “network” sta divenendo un elemento centrale della ridisegnazione della mappa di potere all’interno della, ed intorno alla, Amministrazione americana.
Infatti, l’enorme mailing list del Presidente, e le opportunità che essa comporta, stanno diventando anche un problema, da un lato perché occorre capire come, e a che fine, saranno gestite (la Presidenza in quanto tale, la nuova Amministrazione, il Partito Democratico); poi, se essa non possa costituire una potenziale minaccia, di tipo “cesaristico”, all’equilibrio costituzionale americano.
Il Presidente avrebbe, infatti, un canale privilegiato e diretto di dialogo con i cittadini, scavalcando le occasioni istituzionali, i partiti, il “quarto potere” dei Media.
Si porrebbe così anche in America, anche se in modo diverso, la problematica del “conflitto di interesse”, che tanto ha angustiato gli Italiani in questi anni.
E ciò, tanto più paradossalmente in quanto il Web 2.0 viene, dai più, esaltato come la forma compiuta della democrazia diretta, nella quale l'“accesso” è aperto a tutti.
Un ottimo spunto di riflessione sull’eterna riproposizione degli stessi paradossi, in una vicenda storica che, pure nelle mutate forme tecniche ed organizzative, ripropone ininterrottamente gli stessi interrogativi.
Alpina utilizza il Web 2.0 in modo molto più “tecnico”: come strumento, nell’ ambito del progetto “Cadmos”, per consentire agli ambienti professionali, giuridici e di impresa di dialogare fra loro e con l’editore, per la produzione di oggetti multimediali di approfondimento professionale.
Intanto, il neo-presidente ha utilizzato ampiamente YouTube per parlare agli Americani.
In secondo luogo, egli ha costituito, per tutta la durata della campagna elettorale, un’enorme mailing list, che ha costituito uno dei principali strumenti organizzativi e di comunicazione del blocco politico che lo sostiene.
Con l’inizio del mandato alla Casa Bianca, questo “network” sta divenendo un elemento centrale della ridisegnazione della mappa di potere all’interno della, ed intorno alla, Amministrazione americana.
Infatti, l’enorme mailing list del Presidente, e le opportunità che essa comporta, stanno diventando anche un problema, da un lato perché occorre capire come, e a che fine, saranno gestite (la Presidenza in quanto tale, la nuova Amministrazione, il Partito Democratico); poi, se essa non possa costituire una potenziale minaccia, di tipo “cesaristico”, all’equilibrio costituzionale americano.
Il Presidente avrebbe, infatti, un canale privilegiato e diretto di dialogo con i cittadini, scavalcando le occasioni istituzionali, i partiti, il “quarto potere” dei Media.
Si porrebbe così anche in America, anche se in modo diverso, la problematica del “conflitto di interesse”, che tanto ha angustiato gli Italiani in questi anni.
E ciò, tanto più paradossalmente in quanto il Web 2.0 viene, dai più, esaltato come la forma compiuta della democrazia diretta, nella quale l'“accesso” è aperto a tutti.
Un ottimo spunto di riflessione sull’eterna riproposizione degli stessi paradossi, in una vicenda storica che, pure nelle mutate forme tecniche ed organizzative, ripropone ininterrottamente gli stessi interrogativi.
Alpina utilizza il Web 2.0 in modo molto più “tecnico”: come strumento, nell’ ambito del progetto “Cadmos”, per consentire agli ambienti professionali, giuridici e di impresa di dialogare fra loro e con l’editore, per la produzione di oggetti multimediali di approfondimento professionale.
1 commento:
In effetti la cavalcata trionfale di Obama verso la casa bianca fa riflettere sul ruolo del web ai giorni nostri!
Naturalmente non si può dimenticare che il web può essere si una grande risorsa se lo si sa usare (se ne si hanno i mezzi...), ma non può bastare da solo a vincere le elezioni!
Mi viene in mente il caso francese: Ségolène Royal, la principale rivale di Sarkozy alle politiche francesi del 2007, aveva anche lei puntato molto sul web.
Morale della favola: Obama, per una serie di motivi, avrebbe vinto anche senza il web 2.0.
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