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venerdì 19 febbraio 2010

IL PARLAMENTO EUROPEO E LE BANCHE INTERNAZIONALI (TUTTI I DETTAGLI SU SWIFT E SULLA CRISI GRECA)






Further Details about Swift Vote and Goldman Sachs ( JP Morgan)Investigation. Des détails ultérieurs sur la résolution sur Swift et sur l’enquête sur Goldman Sachs / JP Morgan. Alle Einzelheiten über Swift-Entscheidung und Goldman Sachs / JP Morgan-Fall.


Avevamo preannunziato, anche in risposta ai nostri lettori, l’intenzione di seguire, anche nei dettagli tecnici, il follow-up della risoluzione del Parlamento Europeo, con cui quest’ultimo ha “bocciato” l’accordo Swift raggiunto fra il Consiglio e gli Stati Membri, da una parte, e gli USA, dall’altra, delle richieste del Parlamento Europeo di svolgere un’indagine circa le connivenze fra, da un lato, il Governo greco, e, dall’altro, le banche Goldman Sachs e JP Morgan.


Questi due casi ci sembrano importanti come prova dell’assertività e concretezza che il Parlamento Europeo sembra dimostrate in questi primi giorni dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona.


Accordo Swift


L’accordo Swift, fra la UE e gli USA, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione il 13/01/2010, prevedeva la messa a disposizione degli Stati Uniti, su richiesta del Treasury, a scopo di prevenzione, indagine, scoperta o repressione del terrorismo e del finanziamento del terrorismo, i dati sulle transazioni internazionali edffettuate in Europa.


I principali motivi di politica legislativa che hanno indotto il Parlamento Europeo a rifiutare l’approvazione del provvedimento sono i seguenti:

  • l’accordo avrebbe costituito la prima importante deviazione dalle modalità con cui, secondo il diritto europeo, si possono acquisire dati finanziari; in particolare, non era previsto un mandato di perquisizione;

  • come affermato dal Servizio Legale del Parlamento Europeo, per motivi tecnici, il trasferimento dei dati ai sensi dell’Accordo non avrebbe potuto aver luogo se non “in blocco”;tale “trasferimento in blocco” avrebbe aperto la strada allo spionaggio industriale ai danni delle imprese europee (come denunziato dalla stessa Confindustria tedesca);
  • non c’era nessun limite di tempo per l’immagazzinamento dei dati;
  • come affermato dalla Commissione di inchiesta del Parlamento Europeo, l’accordo prevedeva una sorta di “delega”, da parte dell’Unione Europea, agli USA, a svolgere, per conto della UE, le indagini di “financial intelligence”;
  • la Polizia Criminale Tedesca aveva fornito un parere secondo cui l’accordo non forniva nessun elemento utile per la lotta contro il terrorismo.


Indagine sulle connivenze banche-Governo greco


Arlene McCarthy, Vice Presidente della Commissione del Parlamento per gli Affari Economici e Monetari, ha chiesto al commissario Olli Rehn di spiegare “quali azioni intenda intraprendere per impedire alle banche di assistere i Governi nel nascondere il debito pubblico”.


Oggi, sarebbero genericamente competenti a svolgere questi compiti tre organismi comunitari: Eurojust (per la cooperazione giudiziaria); OLAF (per la repressione antifrodi), e Europol (per gli aspetti di polizia giudiziaria). Come nel campo della politica economica, manca una chiara forma di collegamento, da un lato fra queste Entità, e, dall' altro, con le Istituzioni della UE (Parlamento, Corte di Giustizia, Commissione e BCE)


Occorrerebbe che il Parlamentari Europei, se vogliono che le loro non rimangano “grida manzoniane”, pensino ad una riforma legislativa, che garantisca un coordinamento serio dell’“Intelligence Economica”, da intendersi non solamente come fatto poliziesco, bensì anche, e soprattutto, come “cellula di riflessione ”, centralizzata e permanente, sui fenomeni più preoccupanti dell’economia mondiale: crisi finanziarie, speculazioni, spionaggio industriale, crisi aziendali transfrontaliere, mergers & acquisitions che coinvolgano aziende di interesse strategico per l’Europa.


Quali Europarlamentari vorranno o farsi portatori di tale esigenza?

giovedì 18 febbraio 2010

NUOVA CULTURA EUROPEA PER POLITICA ECONOMICA

Weakness of Euro-Economy in front of Crisis Shows "Cultural Gap" of Euro. La faiblesse de l' économie européenne démontre les "lacunes culturales" de l' Euro. Wirtschaftsschwaeche entlarvt Euros"Kulturleeres" .


Mentre, fino ad oggi, la nostra critica alla costruzione europea in quanto priva di un persuasivo elemento culturale fondante sembrava destinata a restare una "vox clamantis in deserto", stiamo constatando che si levano sempre più voci a sostegno della necessità di mettere in rilievo tale elemento.

Nel sito de Il Sole 24 Ore , il corrispondente dalla Germania, Beda Romano, afferma che la crisi finanziaria in corso "scuote le fondamenta culturali" dell' Euro.

A ciò hanno fatto eco le dichiarazioni del Segretario Generale della CGIL, Epifani: In questa crisi paghiamo l’assenza di un’identita’ europea”. Parola del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che, a margine dell’assemblea congressuale della Fisac Cgil, ha spiegato: “Durante la crisi si sta vedendo la differenza tra l’avere un governo democratico e avere un istituto che e’ a meta’ strada come l’Unione europea e la Banca centrale europea. Scontiamo debolezze costituzionali e funzionali dell’Ue”. La differenza e’ che “la Federal Reserve americana risponde a una logica, la nostra Banca centrale a che logica risponde? Ci sono 27 Paesi, ognuno con la sua politica economica e fiscale, come puo’ pensare l’Europa di affrontare la crisi con strumenti vecchi?”.

Politica economica europea e critica del monetarismo

Il fondamento "culturale" dell' Euro sarebbe costituito dalla supposizione che gli Stati Membri sarebbero riusciti ad armonizzare le rispettive politiche economiche, cosa che non è avvenuta, in quanto, per esempio, la Germania e la Grecia hanno imboccato strade completamente opposte

Inoltre, come affermato poi in un'altra sede dallo stesso Romano, un fondamento mancante della cultura dell' Euro è anche la sua incapacità a legarsi con la politica economica, e con la politica generale, dellì' Europa.

In effetti, a crisi greca mostra due limiti della costruzione dell' Euro: la mancanza di strumenti dell' Unione per guidare la politica economica dell' Europa e il rigido monetarismo.

Che questa situazione sia in fase di superamento, lo dimostrano molti sintomi, dalla proposta dei "fondi anticrisi" alla riaffermazione della centralità della politica economica.

Fin qui, tutto bene.

Che la crisi dell' Euro sia un fenomeno politico di primaria importanza, che impone di riconsiderare anche in modo radicale le scelte già fatte, è una cosa ovvia.

Crisi culturale, quindi, sì, ma più vasta.Questa crisi non è certo solo economica, né di dottrina economica.

Carattere endemico e politico delle crisi finanziarie

La ciclicità delle crisi del sistema economico mondiale dimostra che tali crisi non sono accidentali, esse sono endemiche: si verificano puntualmente ogni circa 5 anni.La funzione delle crisi finanziarie è innanzitutto ideologica: distruggere ricchezza con un fenomeno che sembra "accidentale", in modo da poter dire che "normalmente", nella società moderna, la ricchezza dei cittadini cresce costantemente. In realtà, se ciascuno si facesse bene i conti, constaterebbe che il suo patrimonio e la sua capacità di produrre reddito, nel lungo periodo, restano, nella migliore delle ipotesi, costanti, in quanto le crisi distruggono tutto quanto si è acquisito con la carriera , con il risparmio e con gli investimenti.A questo punto, molti potrebbero chiedersi: ma, allora, a che cosa mi serve il progresso?Quindi, ogni crisi dev'essere solo la colpa di errori economici o della disonestà dei banchieri.

La "dottrina" dell' Euro, basata sull' esperienza storica della Germania Federale partiva dall' idea che, con una politica economica molto prudente, un colosso come la Germania, e, a maggior ragione, l' Europa, può crescere, anche se lentamente, senza fenomeni speculativi, e così tenersi lontani dalle crisi. Ciò non è più vero come una volta, perchè le economie di tutto il mondo sono così intrecciate che le crisi degli Stati Uniti, che perseguono una politica economica ben più avventurosa ed aggressiva di quella della Germania e dell' Europa, si ripercuotono su tutti i continenti.

Di conseguenza, la battaglia per le monete è innanzitutto una battaglia politica fra grandi potenze continentali, per il predominio economico, ma, innanzitutto, per scaricare sugli altri le conseguenze delle proprie crisi.Il che costituisce innanzitutto la materia del contendere del contenzioso USA-Cina.

Nel caso della crisi Euro, istituzioni, pubbliche e private, americane e inglesi, dalle agenzie di "rating" al "Financial Times" stanno facendo di tutto per distruggere il "rating dei "PIGS" (Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna),e fare rivalutare il dollaro e la sterlina nei confronti dell' Euro. Come tutti hanno potuto osservare, il livello di indebitamento dei "PIGS" è perfino inferiore a quello dell' America e dell' Inghilterra: allora, perchè tanto allarmismo?

Le esigenze dell' Europa

L'Euro ha effettivamente conseguito un livello di successo notevole. Se non ci fosse l' Euro, la situazione di cui sopra sarebbe, per l' Europa, ancora peggiore.Deve, però, difendere questo successo.E, certamente, per fare ciò, deve, innanzitutto, darsi gli strumenti di politica economica, monetaria e industriale che hanno gli Stati veri e propri: una programmazione indicativa, ma, sotto certi aspetti, vincolante anche ai livelli sottoordinati; la possibilità di intervenire sul mercato dei cambi; la possibilità di indebitarsi; un collegamento stretto fra queste politiche economiche e le politiche estere e di difesa.

Dubitiamo che la cultura puramente tecnica che ha presieduto, fino ad ora, alla creazione dell' Euro sia sufficiente. Sarebbero necessari una maggiore attenzione alle caratteristiche specifiche della società europea verso quella di altre parti del mondo. Inoltre, una maggiore attenzione anche per le culture specifiche dei diversi Paesi, i quali, pure con il coordinamento dell' Europa, non dovrebbero essere soffocate.Infine, una maggiore attenzione alla geopolitica, e a tutte le aree a questa connesse, come per esempio i contenuti dell' import-export, il rapporto centri-periferie, le tendenze di fondo nelle grandi aree extraeuropee, come America e Cina, che tanto influenzano le nostre stesse realtà politiche ed economiche . Tutto quello che, a nostro avviso, costituisce, appunto, l' oggetto dello studio dell' Identità Europea.

LA POLITICA ECONOMICA NEI PROGRAMMI DEI COMMISSARI


Analysis of Programmes for Hearings Shows Insufficient Development of New Concept.L'analyse des programmes pour les auditions des Commissaires montrent un développemement inadéquat du nouveau concept. Analyse der Programme der Kommissaere fuer EP-Pruefung zeigt unzulangende Entwicklung des neuen Konzepts. Come anticipato, al fine di pervenire al risultato di un' analisi critica della nuova idea di "una politica industriale per l' Europa, abbiamo ritunuto prioritario compiere un' analisi a volo d' uccello dei programmi esibiti dai neo-commissari in occasione delle audizioni dinanzi al Parlamento Europeo.

La "rivoluzione culturale" in corso, sottolineata dalla modifica apportata al concetto di "concorrenza" dal nuovo "wording" dei Trattati Istitutivi, non trova espressione se non nel linguaggio dei due commissari all' Industria e alla Concorrenza, che parlano di "economia sociale di mercato". In realtà, si torna all' ispirazione originaria delle Comunità Economiche Europee, che era tutt'altro che liberista.Si ricordi che l' Europa era appena uscita dalla pianificazione imperativa attuata dall' economia di guerra, e che in molti Paesi, in primis la Francia e l' Olanda, vigeva un sistema economico altamente dirigista.

Lo stesso Jean Monnet, che viene spesso presentato come fautore del neo-liberismo perchè era imprenditore e aveva lavorato anche ibn America, era, in realtà, un grande esperto di ppianificazione economica, aveva lavorato all'economia di guerra con il Presidente americano ed era stato nominato da De Gaulle "Hauc Commissaire au Plan", cioò il massimo funzionario per la pianificazione dell' Economia francese. Infine,il tanto esaltato "Ordoliberalismus" di Ehrardt altro non era se non la traduzione del termine "Orderly Liberalism" che, in America, aveva caratterizzato le politiche dirigistiche del "New Deal".

Anche la concezione originaria della concorrenza, quale espressa dal Trattato di Roma, non era la concorrenza "senza se e senza ma", bensì la "workable competition", cioè una sorta di "concorrenza sostenibile"-compatibile, cioè, con le realtà effettive della società e dello stesso mercato-.

La situazione attuale, di graduale uscita dalla crisi, può essere paragonata, sotto certi aspetti, a quella del dopoguerra.Vi è una generale sfiducia nella possibilità dell' economia mondiale, così come l' abbiamo conosciuta negli ultimi vent'anni, di dare risultati soddisfacenti per gli Europei.

E' chiaro che, perchè si possa dispiegare in tutta la sua pienezza il concetto di "politica industriale europea", occorre previamente una rivisitazione senza veli ideologici di tutta la storia economica degli ultimi secoli , delle teorie economiche, anche quelle meno conosciute (come quelle di Fichte, di Stein, di Kujper, di Latouche), rileggendo quelle più note ma interpretate in senso distorto (come quelle di Weber, di Hilferding, di Schumpeter).

Per ora, limitiamoci a segnalare gli aspetti, dei programmi dei Commissari, che più strettamente si conmnettono all' idea di "politica economica".

TAJANI INDUSTRIA POLITICA INDUSTRIALE EUROPEA
PMI SPAZIO TURISMO

ALMUNIA CONCORRENZA Riforma del sistema europeo di finanziamenti

KROES DIGITAL AGENDA EUROPEANA

KALLAS TRASPORTI Trasporto sostenibile ecologicamente

ANDOR LAVORO, AFFARI SOCIALI
E INCLUSIONE Strategia 2020

BARNIER MERCATO INTERNO Mercati finanziari Crisis management Appalti

CIOLOS AGRICOLTURA Sviluppo agricolo sostenibile

DALLI SALUTE E CONSUMATORI e-commerce

HEDEGAARD CLIMA Green economy














OETTIGER ENERGIA gasdotti


PIEBALGS SVILUPPO Ripensamento dell’ aiuto internazionale
allo sviluppo













VASSILIOU FORMAZIONE, CULTURA,GIOVANI Industria culturale

mercoledì 8 aprile 2009

RINNOVATO INTERESSE PER I MERCATI EST EUROPEI


New Interest for Investments in Eastern Europe. Nouveau intéret pour les marchés de l' Europe de l' Est. Erneutes Interesse fuer Osteuropaeische Maerkte.


Dopo un momento di panico, dovuto al susseguirsi delle crisi finanziarie nei Paesi dell' Europa dell' Est, il mondo politico ed economico sta nuovamente guardando con grande interesse a quell' area, che, nonostante la crisi, offre comunque grandi possibilità di investimento.

Russia

La delegazione commerciale partita il 5 marzo ha segnato un momento molto alto dei rapporti commerciali e politici fra Russia e Italia. Quest' ultima aspira senza esitazioni a divenire il partner commerciale numero uno della Russia. Il presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, si è espresso in modo straordinariamente esplicito anche sugli aspetti politici, auspicando l' ingresso della Russia non solamente nel WTO, ma anche nella UE. Le grandi imprese dei due Paesi, specialmente quelle del settore energetico, hanno stipulato importanti accordi.

Si dice che il tipo di sistema politico ed economico della Russia, ancora basato in gran parte su grandi imprese di Stato, agevoli soprattutto i rapporti fra grandi imprese. Tuttavia, della delegazione facevano parte anche piccole e medie imprese, le quali, tra l' altro, godono di una serie di strumenti finanziari dedicati specificatamente ad esse.

Balcani

Anche nei Balcani, qualcosa si sta muovendo.

La Bers (Banca Europea di Ricostruzione e Sviluppo) ha dedicato parti rilevanti delle sue risorse alle energie alternative nei Balcani, e, per la prima volta, risorse specifiche per la Serbia.

Con l' approvazione della modifica costituzionale della Bosnia ed Erzegovina, che riconosce un regime internazionale speciale al Distretto di Brcko della Republika Srpska, si è completato il quadro normativo di questo esperimento di zona franca serbo-bosniaca, che potrebbe essere ripreso fra breve in altre località.

Infine, nonostante la crisi, le polemiche e le difficoltà, è stata finalmente prodotta a Kragujevac la prima Punto serba.

Si aprono prospettive di interscambio, di investimento e di lavoro per tutti i settori produttivi.

mercoledì 14 gennaio 2009

Siamo in piena crisi...

Siamo in piena crisi. Non basta “tirare i remi in barca”. Ciascuno di noi può fare di più.
Alpina, con la sua Divisione Boùleusis, è convinta di poter offrire un supporto determinante per affrontare le attuali difficoltà.
Le prestazioni offerte nei settori del CLAIM MANAGEMENT, CONTRATTUALISTICA INTERNAZIONALE, BUSINESS DEVELOPMENT IN EUROPA ORIENTALE E IN ASIA, ORGANIZZAZIONE LEGALE DELL’IMPRESA, SUPPORTO LINGUISTICO ALL’ IMPRESA sono:
TAGLIATE SU MISURA PER CIASCUNA IMPRESA, UNICHE PER LE COMPETENZE DISPONIBILI, DOTATE DELLA MASSIMA FLESSIBILITA’, IMBATTIBILI COME COSTO.
CONSULTATECI PER UN GIRO D’ORIZZONTE SENZA ALCUN IMPEGNO.
Le nostre esperienze pregresse costituiscono una garanzia.
Scaricate il Curriculum dell’ Amministratore Delegato di Alpina.
Andate alle più recenti operazioni seguite da Boùleusis.
Scaricate i cataloghi di Boùleusis.

martedì 13 gennaio 2009

Sinergie fra industria dei servizi e investimenti nel settore culturale: la chiave di volta per la fuoriuscita dalla crisi.

La formula “servizi più cultura”
Alpina Srl, dalla sua fondazione, avvenuta alla fine del 2005, ha condiviso la fiducia nelle sinergie fra marketing internazionale del territorio, Euroregione, europeizzazione, internazionalizzazione, multiculturalismo e nuove tecnologie.
Lo stesso nostro marchio (Alpina), comprensivo del logo che era stato già dell’Euroregione COTRAO (le tre montagne, l’una verde (Italia), l’altra blu (Francia), e la terza rossa (Svizzera) simboleggia questa visione .
Abbiamo così realizzato ciascuno dei nostri investimenti iniziali (editoria, cultura, tecnologie avanzate), di carattere prototipico ed esemplare, sul presupposto che essi potessero trovare comprensione e ulteriore sostegno da parte delle strutture esistenti (pubbliche e/o private), creando teams e sinergie.
La nostra ricetta consiste nel finanziare (almeno parzialmente) le nostre iniziative culturali con i proventi delle attività commerciali (consulenza e formazione internazionali), in modo da non competere con altri operatori culturali per le risorse del sistema, bensì da iniettarvi risorse nuove. Questo è possibile in base alla nostra non comune dotazione di internazionalità, che ci permette di “esportare” servizi avanzati.
Alpina ritiene che questo suo percorso possa avere una valenza generale e pone a disposizione del territorio la propria esperienza. Ciò anche perché è vero che la cultura è la risorsa strategica nel lungo periodo, ma è anche vero che i costi per il finanziamento della cultura debbono venire reperiti, in un modo o nell’ altro, nel breve periodo.
Occorre “fare squadra”
Nel mezzo della crisi mondiale è indispensabile operare in modo associato:
- alle imprese, piccole, medie e grandi Alpina offre i suoi servizi all’internazionalizzazione (delocalizzazione, M&A, contrattualistica, claim management, supporto linguistico), essenziali per uscire in fretta, efficacemente e a basso costo da mercati locali divenuti asfittici;
- alle interfacce del settore culturale (pubbliche, private e associative) ricordiamo che si potrà continuare ad investire nella cultura solo se si manifesterà un effettivo incremento della domanda di servizi alle imprese per l’internazionalizzazione, capace di sostenere tale investimento;
- agli operatori del terziario avanzato e dell’industria culturale Alpina ribadisce la propria disponibilità ad operare in modo consortile, per generare un’offerta sufficientemente vasta, qualificata e articolata da poter rendere “esportabili” i suoi servizi in tutto il mondo, attirando, così, risorse fresche verso la nostra Regione;
- alle altre Regioni della Euroregione rivolgiamo l'invito a collaborare ai nostri progetti internazionali con la ricchezza delle loro risorse ambientali e storico-culturali (basti pensare a Sophia Antipolis, ai parchi tenologici di Rhône-Alpes e della Liguria; al patrimonio di multiculturalità della Valle d’Aosta).
Appello alle istituzioni
Quest’opera di informazione e di organizzazione è intrinsecamente “politica”. Per quanto portata avanti da soggetti privati, avrà risonanza e credibilità solo se fatta propria e sostenuta dal settore pubblico.
Alpina si offre come strumento catalizzatore degli operatori disponibili a seguire questo progetto, offrendo i necessari servizi di business development e di segreteria internazionale. Tuttavia, noi crediamo che, soprattutto in questo anno elettorale, oltre alle imprese ed alle associazioni, anche i soggetti responsabili delle decisioni politiche non possano sottrarsi dal prendere posizione su questi temi. Offriamo una tribuna attraverso il nostro sito e i nostri blog, oltre che una serie di incontri nella nostra sede per rispondere a questi quesiti.

lunedì 12 gennaio 2009

Rispondere alla crisi economica mondiale

E’ più che mai doveroso, ma anche proficuo, da parte di tutti gli operatori, analizzare freddamente la situazione ed adottare le strategie caso per caso più adeguate.
La crisi, con il rallentamento alla propensione all’acquisto e i tagli alla cultura da parte del settore pubblico, non fa che aggravare le difficoltà congenite delle PMI, degli “start-up” e dell’industria culturale e dei servizi.
Ci rendiamo conto della criticità del momento per tutti. La nostra risposta consiste nell’alzare la posta, proponendo, in tutti settori della nostra attività, i nostri prodotti più innovativi, contando sul fatto che la qualità della nostra offerta faccia sì che i nostri clienti e partners si sforzino, come noi, di guardare al di là della crisi. Tuttavia possiamo continuare a mantenere questo livello di offerta solamente nella misura in cui tutti i nostri progetti siano, complessivamente ed in un orizzonte prevedibile, economicamente viabili.
Molto dipenderà dall’atteggiamento dei clienti, dei partner, dei sostenitori. Se credete nei beni e servizi da noi offerti, manifestatecelo, non solamente acquistando i nostri prodotti e partecipando ai nostri eventi, ma anche fornendoci consigli, presentandoci
nuovi partner, offrendoci nuovi canali di visibilità e di sbocco. Anche il supporto psicologico, in questi periodi, è apprezzato!
Ricordiamo quello che sta significando, per l’ indipendenza e la stessa sopravvivenza di Wikipedia, la valanga di contributi che sta pervenendo alla società dagli utenti affezionati, che hanno, così, risposto all’ appello dell’ Amministratore Delegato.
Ricordiamoci anche che molti dei servizi offerti da Alpina, in particolare quelli rientranti nei marchi Boùleusis e Evrazija-Avrasya, sono volti proprio a superare in modo efficace ed economico le empasses strutturali delle piccole e medie imprese, aiutandole ad entrare in campi in cui, per esse, è più difficile operare, come, in particolare, i mercati di esportazione più lontani e più grandi (esempio, Europa Orientale e India) ed il campo delle collaborazioni strutturate (M&A, delocalizzazioni), che richiedono maggiori competenze culturali, di business, contrattuali e linguistiche (scaricare le Brochure per i vari tipi di prestazione).
Una garanzia della qualità delle prestazioni di Boùleusis è costituita dalle esperienze e dalle conoscenze dell’Amministratore Delegato di Alpina.
Inoltre, “last but not least”, la nostra formula permette anche di superare il problema dei “tagli” alla cultura. Alpina, che è presente tanto nel settore dei servizi culturali, quanto in quello dei servizi alle imprese, è stata da sempre disponibile a sostenere le attività culturali sul territorio, avvalendosi anche del ricavato delle proprie attività commerciali.
E’ vitale, per noi, poter esporre le nostre idee al massimo numero di imprese, per permetterci di illustrare al “management” in che modo pensiamo di potere essere loro utili.
Nel corso dei prossimi mesi, dedicheremo più sforzi alla comunicazione con le imprese su questi temi (cfr. il calendario dei nostri eventi).
Aiutateci a farci conoscere! Segnalateci agli amici! Forniteci indirizzi di imprese che intendono espandersi all’ estero! Ve ne saremo grati.

venerdì 12 dicembre 2008

La trasformazione dell'industria automoblistica: una sfida per le piccole imprese

SME in front of the transformation of automotive: Marchionne outlines new perspectives.
Les PME devant le défi de la transformation de l’automobile: Marchionne définit nouvelles perspectives du secteur.
Mittelstand vor der Umwandlung des Marktes: Marchionne skizziert neue Perspektive des Autosektors.

Dichiarazioni dell’A.D. Marchionne
Marchionne’s statement - Déclarations de Marchionne - Marchionnes Gesichtspunkt
Sullo sfondo delle trattative in corso in tutto il mondo circa il futuro dell’industria automobilistica, l’Amministratore Delegato di Fiat S.p.A., Dott. Sergio Marchionne, ha esternato alla stampa internazionale e reiterato alla riunione di fine anno del Gruppo Dirigenti Fiat (GdF), la propria originale visione del futuro dell’industria automobilistica mondiale, affrontando con coraggio e realismo i temi cruciali del settore.
Riprendendo una visione che era già stata dell’Avvocato Agnelli, Marchionne ha affermato che, a suo avviso, per effetto della crisi finanziaria mondiale (e nonostante gli sforzi, da parte degli Stati, per salvare i propri “campioni nazionali”), il numero dei produttori automobilistici a livello mondiale sarebbe destinato a ridursi a 6, dei quali uno tedesco, uno franco-giapponese, e, forse, un altro europeo.
Marchionne ritiene che requisito minimo per poter sopravvivere economicamente sia l’essere in grado di produrre almeno 5.500.000 automobili l’anno. La Fiat è lontana addirittura dalla metà di questa cifra, pertanto non è in grado di sopravvivere come produttore indipendente.
È, perciò, necessario almeno un “partner” di notevoli dimensioni, per poter raggiungere il livello economico minimo di produzione.
Ricomincia, così, una ricerca che la Fiat aveva già ripetutamente avviato nel corso degli scorsi decenni, con le trattative Peugeot, Ford, Mercedes e General Motors.
Tuttavia, come precisato dallo stesso Marchionne e dall’ Avv.to Montezemolo, Presidente della Fiat, gli straordinari risultati conseguiti dal gruppo soprattutto nell’ ultimo anno gli permetteranno di esercitare un ruolo attivo nelle trattative per le necessarie alleanze.
Per quanto riguarda il segmento di mercato, Marchionne ha parlato delle automobili a basso prezzo, le quali dovrebbero essere vendute sempre più attraverso una sorta di rete di supermercati popolari (l’A.D. Fiat ha fatto il nome, a questo proposito, della nota catena americana Wal-Mart).

Internazionalizzarsi per sopravvivere
Internationalisation for survival - Internationaliser pour survivre - Internationalisierung gleich Überleben
Queste evoluzioni del settore automobilistico avranno effetti anche sui processi di trasformazione del tessuto industriale (e, in generale, economico) della regione piemontese, che da tempo non vedeva più la Fiat come unico sbocco possibile, essendo costretto ad orientarsi verso altre aziende, altri Paesi, altri settori produttivi.
Anche all’interno del comparto automobilistico, il rinnovato interesse di Fiat verso gli accordi internazionali favorirà, anzi, renderà addirittura necessario, per le piccole e medie imprese, sviluppare anch’esse un’intensa attività di marketing strategico volto a stabilire contatti con partners esteri, non solo e non necessariamente nelle aree dove si svilupperanno gli accordi di Fiat.

Alpina per le piccole e medie imprese
Alpina and SME.
Alpina et les PMI.Alpina und Mittelstand
Una delle prime ragioni per la nascita di Alpina e, in particolare, della sua divisione Boùleusis è stata proprio il fatto che, al di là degli eventi più recenti, era, comunque, già da tempo prevedibile che la struttura socio-economico-produttiva del Piemonte non avrebbe potuto continuare ad ispirarsi, sostanzialmente, al vecchio sistema monoculturale, e, al contrario, avrebbe dovuto orientarsi sempre più verso nuovi mercati e nuove prospettive.
Ciò è vero, in particolare, per le piccole e medie imprese, le quali, oggi, hanno più che mai bisogno di costruirsi capacità “lato sensu” di “business development” (prospezione di nuovi mercati, negoziazione di alleanze, delocalizzazioni), in tempi tecnici molto rapidi e a costi ridotti.
Il profilo professionale e strutturale di Boùleusis è orientato proprio in questo senso -cioè in quello di fornire, a clienti anche di piccole dimensioni, un servizio rapido, personalizzato e a basso costo-.
Ciò è possibile grazie alla struttura snella di Alpina, al suo ricorso, da un lato, a persone che hanno maturato un’esperienza internazionale decennale, e, dall’altro, a giovani altamente motivati.
Boùleusis mette, inoltre, a disposizione dei propri clienti l’enorme rete di contatti, preesistente o creatasi dalla fondazione di Alpina, con imprese, istituzioni, professionisti, di tutto il mondo.
Recenti operazioni concluse da Boùleusis, come le trattative fra la società Hicare dell’Environment Park di Torino e l’americana Altair, possono costituire un esempio di questo tipo di intervento.
I servizi offerti da Boùleusis sono descritti in dettaglio nelle brochures:
- Proposte 2008 di consulenza e formazione per l’impresa
- Proposte 2008 di consulenza e formazione per studi professionali, direzioni giuridiche e finanziarie, banche d’affari
- Proposals for Business with Central & Eastern Europe and Asia
Contiamo di presentare queste attività nel corso del 2009, in connessione con incontri per l’analisi delle trasformazioni in corso.
Coloro i quali fossero interessati possono rivolgersi a noi, fin da ora, per chiarimenti.