A new confused theme: lifelong employment.Nouveuau élément de confusion: l'emploi permanent.Neuer Anlass fuer Verwirrung: Lebensaufgabe
Incredibile, ma l' affermazione del Ministro Tremonti che il posto fisso è un valore ha suscitato un vespaio.
Come se da sempre la maggior parte dei lavori. sacerdote o soldato, funzionario o manager, insegnante o impiegato, operaio o artigiano, non fosse svolto su una base di permanenza. Come se la maggior parte dei lavoratori non fossero, ieri e oggi, lavoratori subordinati, e come se la maggior parte dei contratti di lavoro in tutto il mondo non fossero contratti a tempo indeterminato.
Da sempre, e ancora oggi, inquadrare la maggior parte dei rapporti di lavoro sotto la categoria del lavoro autonomo o del lavoro a tempo determinato comporterebbe un' inaccettabile incertezza per i lavoratori, ma ancor prima per le imprese e per la società.
Come programmare un' attività imprenditoriale senza sapere di poter disporre di un' adeguata forza-lavoro? Come affidare incarichi di responsabilità a dipendenti che il giorno dopo possono passare alla concorrenza? Come finanziare l' acquisto di nuove case se le banche richiedono per il mutuo un contratto a tempo indeterminato? Chi pagherebbe i costi dei periodi di inattività, delle continue ricerche di lavoro, dei continui colloqui di lavoro, dei continui traslochi, trasferte e ristrutturazioni, dei corsi di riqualificazione, dei selezionatori del personale, della contrattualistica e del contenzioso del lavoro?
Chi si concentrerebbe più sul lavoro, se sapesse che in ogni istante può essere licenziato, e quindi si deve cercare continuamente nuovi posti di lavoro?
Di conseguienza, la lunga durata del rapporto di lavoro è un fatto normale. E' un posto veramente "fisso"? No:infatti, quasi tutti i lavoratori cambiano posto di lavoro parecchie volte nella vita: per spostamenti di carattere privato, per cambiamenti di interessi, per il miglioramento professionale, per crisi aziendale, per incompatibilità di carattere, per motivi di salute o per licenziamento.
Ma, allora, di che cosa stiamo parlando? Della clausola legislativa che vieta il licenziamento senza giusta causa. Ma, se non vi fosse questa clausola, non si potrebbe parlare di rapporto di lavoro a tempo indeterminato, con tutte quelle conseguenze negative che abbiamo visto.
In realtà, in quasi nessun paese del mondo si possono licenziare le persone senza un valido motivo.Dunque, tutta questa polemica gira intorno ad un aspetto assolutamente marginale: le nuove formule contrattuali introdotte dalla Legge Biagi. La quale legge non le ha certo concepite come la regola, bensì come delle eccezioni che possono valere in casi speciali. L'utilizzo di tali strumenti come regola costituisce un abuso di diritto, e non è certo attuabile in modo assoluto.La situazione che si è verificata nel mercato del lavoro giovanile, in cui tali formule sono diffusissime, è infatti abnorme. Come tutti sanno, i giovani sono disincentivati ad imparare e disorientati, e restano in eterno in famiglia.
Tutto ciò esula completamente dalle tradizioni sociali europee, fondate sulla misura, sulla collaborazione, sulla fedeltà all' impresa e sull' applicazione corretta della legge.
Incredibile, ma l' affermazione del Ministro Tremonti che il posto fisso è un valore ha suscitato un vespaio.
Come se da sempre la maggior parte dei lavori. sacerdote o soldato, funzionario o manager, insegnante o impiegato, operaio o artigiano, non fosse svolto su una base di permanenza. Come se la maggior parte dei lavoratori non fossero, ieri e oggi, lavoratori subordinati, e come se la maggior parte dei contratti di lavoro in tutto il mondo non fossero contratti a tempo indeterminato.
Da sempre, e ancora oggi, inquadrare la maggior parte dei rapporti di lavoro sotto la categoria del lavoro autonomo o del lavoro a tempo determinato comporterebbe un' inaccettabile incertezza per i lavoratori, ma ancor prima per le imprese e per la società.
Come programmare un' attività imprenditoriale senza sapere di poter disporre di un' adeguata forza-lavoro? Come affidare incarichi di responsabilità a dipendenti che il giorno dopo possono passare alla concorrenza? Come finanziare l' acquisto di nuove case se le banche richiedono per il mutuo un contratto a tempo indeterminato? Chi pagherebbe i costi dei periodi di inattività, delle continue ricerche di lavoro, dei continui colloqui di lavoro, dei continui traslochi, trasferte e ristrutturazioni, dei corsi di riqualificazione, dei selezionatori del personale, della contrattualistica e del contenzioso del lavoro?
Chi si concentrerebbe più sul lavoro, se sapesse che in ogni istante può essere licenziato, e quindi si deve cercare continuamente nuovi posti di lavoro?
Di conseguienza, la lunga durata del rapporto di lavoro è un fatto normale. E' un posto veramente "fisso"? No:infatti, quasi tutti i lavoratori cambiano posto di lavoro parecchie volte nella vita: per spostamenti di carattere privato, per cambiamenti di interessi, per il miglioramento professionale, per crisi aziendale, per incompatibilità di carattere, per motivi di salute o per licenziamento.
Ma, allora, di che cosa stiamo parlando? Della clausola legislativa che vieta il licenziamento senza giusta causa. Ma, se non vi fosse questa clausola, non si potrebbe parlare di rapporto di lavoro a tempo indeterminato, con tutte quelle conseguenze negative che abbiamo visto.
In realtà, in quasi nessun paese del mondo si possono licenziare le persone senza un valido motivo.Dunque, tutta questa polemica gira intorno ad un aspetto assolutamente marginale: le nuove formule contrattuali introdotte dalla Legge Biagi. La quale legge non le ha certo concepite come la regola, bensì come delle eccezioni che possono valere in casi speciali. L'utilizzo di tali strumenti come regola costituisce un abuso di diritto, e non è certo attuabile in modo assoluto.La situazione che si è verificata nel mercato del lavoro giovanile, in cui tali formule sono diffusissime, è infatti abnorme. Come tutti sanno, i giovani sono disincentivati ad imparare e disorientati, e restano in eterno in famiglia.
Tutto ciò esula completamente dalle tradizioni sociali europee, fondate sulla misura, sulla collaborazione, sulla fedeltà all' impresa e sull' applicazione corretta della legge.
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