
Rumors about  Spin-off of Fiat Auto Should Raise Debate about "Nationality" of  FIAT.Les indiscrétions sur apport d'actif  du secteur automobile  solicitent un débat à propos de la "nationalité" de FIAT. "Geruechte2  ueber Boersennotierung des PKW-Sektor stuetzen Neugier ueber  "Nationalitaet" von FIA
Sarà la decima volta che sentiamo di una possibilità di "scorporo" del  Settore Auto della FIAT, e del suo conferimento ad un nuovo Gruppo,  formato con nuovi partner internazionali, nel quale la Famiglia Agnelli  non deterrebbe più il controllo assoluto (SIMCA, Peugeot,  Ford,Mercedes/Chrysler, Ford, General Motors, TATA, Chrysler,ecc...).
Eppure, fino ad ora, queste ipotesi non si erano mai materializzate.
Ciò significa che vi sono seri motivi per cui l' ipotesi è allettante,  ma anche per cui essa non può avvenire.
Essa è allettante in quanto l' industria automobilistica è per sua  natura mondiale, e i condizionamenti nazionali, locali e familiari, le  stanno stretti.
Essa è impossibile perchè l' industria  automobilistica (come la maggior parte delle industrie moderne) non può  essere, né pensata, né creata, né sviluppata, né gestita, né mantenuta,  né difesa, né, comunque, sopravvivere, senza una decisa opzione da parte  "del Politico" (ideologia, Stato, Nazione, burocrazia, partiti,  sindacati. "Politico" che "pensa" l' industria come strumento della  Ragione vincitrice, che la impone penalizzando il feudo, il latifondo,  l' agricoltura,il clero,  che la fa nascere con la legislazione di  privilegio per le società per azioni, che la sovvenziona direttamente,  con le commesse militari, ed indirettamente, con le poloitiche sociali e  con le infrastrutture, che la fa vivere con il welfare, che ne prolunga  la vita con gli incentivi, ecc..
Oggi, siamo al "redde rationem".Oggi si può fare tutto ed il contrario  di tutto, ma senza più i paraocchi delle Grandi Narrazioni, ed  assumendosene una responsabilità politica dinanzi al mondo intero.
Se la fusione serve per "scippare" la  FIAT alla Famiglia Agnelli, che, bene o male, l' ha sempre sostenuta, a  Torino, a cui deve la propria esistenza, ed all' Europa, a cui sta  chiedendo aiuto, bene, allora, le reazioni potebbero, e, a nostro  avviso, dovrebbero, essere molto violente, econcentriche, da parte di  tutti: Europa, Torino, sindacati, famiglia.Questo potrebbe avvenire, per  esempio, nel caso di un "regalo" del controllo all' America per certi  pregiudizi ideologici dell' attuale "leadership" e per certi "favori" di  Obama.
Lo "scorporo" potrebbe non essere lesivo per nessuno se esso avvenisse contestualmente ad una  transazione di comune soddisfazione delle controversie in Casa Agnelli,  il centro dirigenziale del nuovo Gruppo fosse in Italia, o, almeno, in  Europa, e, nella proprietà, fossero adeguatamente rappresentati Famiglia  Agnelli, Europa Centrale e Orientale, e, se necessario, America,  Turchia  e India. E, comunque, la "decisione sullo stato di eccezione"  deve spettare ad un' istanza europea.
Anche se l' "establishment", politico ed economico, crede di avere  diritto a compiere le proprie decisioni addirittura di nascosto, e,  comunque, con la più totale esclusione dell' opinione pubblica, noi,  invece, crediamo che queste scelte debbano essere condivise.
Anche e soprattutto in un momento in cui sembrava avverarsi un' ipotesi preconizzata dallo stesso  Montezemolo, e recepita da Sacconi, Scajola e Tajani, quella, cioè, di  sottoporre la strategia sulle ristrutturazioni dell' industria  automobilistica alla suprema autorità dell' Unione Europea.
A noi preoccupa l' affermazione di certi sindacalisti, ai quali non  interessa chi siai l proprietario della Fiat.Per noi dev' essere europeo, dev' essere in sintonia con le  strategie dell' Unione Europea, deve partecipare alla difesa dell' Euro.
Questo perchè proprio la crisi ha  dimostrato ora più che mai che le grandi imprese automobilistiche, ed,  in primis, General Motors, Chrysler, Autovaz e Sollers, non  sopravviverebbero neanche un giorno senza un sostegno pazzesco,  assolutamente antiliberista, da parte di tutte le Autorità.
Chiediamo ai nostri amici, alla Direzione FIAT, alle Autorità locali e  nazionali, ai sindacati, all'opinione pubblica, all' Unione Europea, ed,  in particolare, al Commissario Tajani, di aprire un pubblico dibattito  europeo su questi temi.
Discendiamo da una famiglia che ha dedicato la vita a dirigere la FIAT;  anche noi abbiamo dedicato a questo scopo almeno vent'anni della nostra  vita, e sappiamo non poco dei temi che oggi ribollono. Siamo a  disposizione di chiunque voglia affrontarli con animo sgombro da  eccessivi interessi particolaristici ed ascoltando la voce di chi ha  maturato un' esperienza in queste cose.