Important presentation,  by  the Center for the Study of Federalism in Turin, of Dario Velo's  Book "The Government of the Economic Development and of Innovation in  Europe" . La présentatin, de la part du Centre pour l' étude du  Fédéralisme  à Turin, du livre de Dario Velo "Le  gouvernement du  développement  économique et de l' innovation en Europe". Eine wichtige  Vorstellung, von der Seite des Instituts fuer das Studium des  Foederalismus, in Turin, von Dario Velo's Buch "Die Lenkung der  Wirtschaftlichen Entwicklung und der Innovation in Europa.
Il convegno del 28
E'   doveroso un  encomio  al Centro Studi  del Federalismo di Torino, che organizza ininterrottamente, a  Torino, manifestazioni del massimo livello accademico sul tema del  federalismo, europeo e mondiale, con ciò supplendo anche alle carenze  della società civile e delle Istituzioni.
E', infatti, a nostro  avviso,  inaccettabile che una regione,  come quella torinese, profondamente marcata da una tradizione europea,  dedichi così poco spazio alle iniziative europee. Lode dunque a  quelle "minoranze attive" che, nonostante il disinteresse generale,  operano ,nella quotidianità,  per mantenere viva questa fiammella . Già l'altro ieri avevamo  avuto modo di segnalare, seppure con una nostra interpretazione molto  soggettiva, l'altro importante convegno del Centro per gli Studi sul  Federalismo, sull' integrazione  latino-americana. Il convegno di ieri era ancora più importante e  centrale, perchè trattava di un tema  incredibilmente focale  per noi Europei: la politica economica dell'  Europa.
Il convegno era dedicato al libro del Professor Dario Velo, "Il governo dello Sviluppo economico e  dell'innovazione in Europa".Relatori:  Antonio Padoa Schioppa,  Presidente del Centro Studi sul Federalismo; Oreste Calliano, Università  degli Studi di Torino; Alfonso Iozzo, membro del Consiglio del Centro  Studi sul Federalismo, Giorgio Pellicelli, Università di Torino.
Il  Prof. Velo, autore del libro, ha  sottolineato   la complementarietà economica fra Europa Comunitaria e Stati Uniti' , mentre Alfonso Jozzo e Oreste Calliano hanno posto  maggiormente in evidenza la specificità europea, che, come ha detto  Calliano, è apprezzata anche da una parte degli Americani, per esempio  Jeremy Rifkin. Tutti si sono trovati d' accordo nel rilevare le aperture  che il Trattato di Lisbona fa ad una politica economica europea, là dove ridimensiona il ruolo eccessivo della  politica della concorrenza, ma anche là dove inserisce nelle competenze  europee due settori importanti come spazio e turismo.A questo  ultimo proposito, è stato da tutti ribadito che la cultura europea, in  particolare quella giuridica, dovrebbe svolgere un ruolo più proattivo  nella formazione delle politiche europee.
Attualità del tema
L'attualità  di questo tema è dimostrata dalla prossima  riunione sull'economia promossa dal nuovo Presidente van Rompuy,  oltre che dagli scottanti "dossier" oggi in discussione, fra i quali i  due che riguardano l' Italia (Fiat e  Telecom).
Qui ci limitiamo a constatare che la  sopravvalutazione delle politiche europee di concorrenza abbia portato a  vere e proprie distorsioni. Per esempio, una delle ragioni per cui in  Europa vi è una crisi di  sovrapproduzione è che  gli Stati est-europei, prima di aderire alla UE o  durante il periodo transitorio, concedono generosi incentivi di durata  lunghissima alle case automobilistiche che intendano istallarvisi. Quindi,  si costruiscono più nuovi impianti di quanti sarebbero necessari. Un  altro caso è quello della presa di  posizione della commissaria alla concorrenza contro l' accordo  Germania-Magna, presa di posizione fomentata dai Governi  dei Paesi  Europei dove la Magna voleva chiudere le fabbriche. Questa presa  di posizione incoraggiò coloro che, alla GM e nel Governo americano,  volevano la violazione degli accordi con la Magna.
Praticamente  ogni volta che c'e un merger o un'acquisizione, tutti i Governi europei si schierano da varie  parti della barricata, a seconda della nazionalità del compratore e  degli stabilimenti. Non esistono regole concordate. Mentre (come è  stato giustamente rilevato durante il convegno), occorrerebbe favorire le  imprese comuni a livello comunitario, in realtà di imprese di  questo tipo ce ne sono pochissime, e anche quelle che esistiono (come  EADS) non sono percepite veramente come "imprese europee", sono lacerate  da faide interne ed osteggiate dai Paesi non partecipanti.
In pratica, tutti gli Stati Membri  vorrrebbero avere la proprietà e il comando di tutte le aziende, ed  avere almeno un' azienda di ogni tipo, come ai tempi dell' autarchia.  Impensabile parlare di specializzazioni e di vocazioni nazionali  concordate e/o contrattate a livello europeo.
Inoltre,  tutti gli Stati membri sono troppo deboli per fronteggiare una  situazione mondiale di lotta economica globale, di tutti contro tutti,  in cui i grandi Stati usano mezzi leciti e no, e, soprattutto, fanno un  uso imprevedibile delle nuove tecnologie dell'  informazione.Significativa la scena dei  BASIC riuniti in segreto a Copenhagen, ma scoperti e raggiunti da un  Obama non invitato.Significativa la polemica fra USA e Cina, in  cui l' unica cosa certa sarerebbe che ambedue  i Governi disporrebbero di qualche decina di migliaia di Hackers  intenti a destabilizzare gli altri Paesi del mondo con sabotaggi di  internet ed altre azioni di disturbo. Qualcosa di simile a quanto  accaduto fra la Russia e Paesi Baltici,  e che ha dato luogo alla creazione di un'apposita agenzia NATO.Tipico  anche il "complotto" di disinformazione  contro le economie di Grecia e Spagna, denunziato ieri a Davos da  Papandreu e Zapatero.
Alcune considerazioni personali sul lungo termine
Di  fronte a queste situazioni, come reagire?
E' chiaro che non si  possono mescolare il discorso a breve, profondamente legato ai  condizionamenti giuridici, storici e politici, esistenti, e un discorso  "a regime".Inoltre, il programma a breve della Commissione in questo  campo è già segnato dalle dichiarazioni  al Parlamento di Barroso e dei nuovi Commissari.
"A  termine", cioè quando l' Unione Europea fosse veramente compiuta, è  chiaro che l' Europa dovrebbe essere in grado innanzitutto di  razionalizzare in  profondità il proprio sistema economico, evitando inutili  duplicazioni e dedicando le risorse così rese disponibili ad altre  attività.Questo dovrebbe avvenire per  le strutture produttive, ma anche per le politiche di incentivazione. che, adesso, almeno,  non vengono più demonizzate, bensì considerate come normali, e, infine, per le stesse strutture  dell' Unione, che sono diventate troppo dispersive.Basti pensare  al fatto che le politiche economiche  sono attualmente disperse fra almeno 15 dicasteri.
Per ciò  che concerne le strutture produttive,sui grandi mercati  internazionali  (per esempio, aerospaziale, automobile, elettronica, farmaceutica), per  garantire la concorrenza basterebbero  due gruppi a livello mondiale. Tuttavia, per salvaguardare l' autonomia  di ogni area geografica, e tenendo conto che sicuramente Cina e  India  vogliono e possono fin da ora essere autonome), basterebbero 7/8 gruppi  (come l' Avvocato Agnelli diceva da decenni). Se, poi, si volesse  garantire una concorrenza anche fra due "campioni "di ogni Continente,  si potrebbe pensare ad un massimo di una quindicina di gruppi a livello  mondiale.
Se, quindi, ci fosssero in Europa 2 gruppi autonomi, al  posto degli attuali 5, 6 (per Francia, Germania, Inghilterra, Italia,  Svezia), parecchi grandi Paesi resterebbero senza un loro "campione  nazionale". Perchè dovrebbero accettare questa situazione senza  contropartite? La contropartita sarebbe quella di potersi specializzare,  con il consenso e il supporto degli altri Paesi, in altre aree.Facendo  un esempio estremo, ma già quasi realizzato: perchè l' Italia avrebbe bisogno di una sua  industria nucleare, quando può benissimo comprare l' elettricità dalla  Francia o dall' Est Europa, e invece di spendere nel nucleare  spendere  nell' ambiente, ma, soprattutto, nella cultura e nel turismo, dove  avrebbe risorse pressoché infinite da sfruttare e una leadership  incontestabile?Perchè, come è stato riferito  da Roberto Palea,  in campo energetico, si duplica la ricerca in tutta Europa?
Questo  tipo di accordi è relativamente fattibile a livello bilaterale, ma  diventa difficilissimo quando ci sono 30 governi ed altrettante imprese  da accontentare. L' Unione Europea potrebbe divenire il "tavolo" dove si  fanno questi accordi. Però, per fare questo ci vuole soprattutto più  cultura, più expertise. Sulla scia  del libro di Velo, tutti hanno  stigmatizzato il fatto che l' Università non costituisca, almeno in  Italia, quel serbatoio di competenze che servirebbe a supportare l'  azione pubblica.
Un'altra forma di semplificazione, anche se  soltanto giuridica, potrebbe essere la  trasformazione dei "consorzi europei" (come l' Ariane e l' Eurojet), in  "Società comuni.
E'  quasi un' ovvietà affermare  che non c'è nulla di più contraddittorio che  proclamare la strategia della Società della Conoscenza e poi, come prima  cosa, attuare severi "tagli alla cultura".Cultura che, invece, a nostro  avviso, potrebbe essere finanziata proprio con i tagli alle  duplicazioni produttive e burocratiche , che permetterebbero di  economizzare non soltanto il costo di investimenti e posti di lavoro, ma  anche quello delle burocrazie incaricate di interfacciarsi con i  campioni nazionali che non ci fossero più.
Con ciò, si  ritorna all' esigenza della cultura, dell' informazione, in primo luogo a  favore dei decisori pubblici, poi dell'opinione pubblica europea.
Per ciò che concerne gli strumenti di  incentivazione (europei, nazionali, regionali e locali), essi sono  divenuti oramai così numerosi e complessi, che, da un lato, riuscire ad  accedervi è un'impresa temeraria, e, all' altro, i vantaggi di ciascuno  "sportello" sono veramente minimi. Occorrerebbe semplificare e rendere  trasparenti normative e procedure, con un' azione legislativa  programmata e sistematica.
Per ciò che concerne la  dispersione operativa, occorrerebbe concentrare i temi economici su un  tavolo unico.Nel corso del dibattito, Alfonso Jozzo ha citato l'esigenza  che la politica economica venga gestita da un'Ente ad hoc, sulla falsariga della Tennessee Valley Authority.
Considerazioni sul breve  termine.
A noi non è sembrata fuori luogo l' idea che,  anche a breve, una priorità potesse essere la costituzione di una specie di "intelligence  europea", di orientamento prevalentemente economico.Costituzione  che, a nostro avviso, non richiederebbe particolari strumenti  di  diritto internazionali, né modifiche rilevanti al bilancio comunitario.  Infatti, si tratterebbe solamente di una riorganizzazione di attività  esistenti.Torniamo a ricordare la storia degli hacker cinesi e americani  e quella del complotto contro Grecia e Spagna, che è anche un complotto  contro l' Euro. Ricordiamo che quando, molto tempo fa, si era  incominciato a parlare di Politica Estera e Difesa Comune, si era  pensato di cominciare proprio con una "Cellula  di riflessione"sulle crisi politiche internazionali. Diciamo poi  che il Trattato di Lisbona ha aperto una gravissima questione di  competenze, tanto in campo economico, che in quello della Politica  Estera, fra Presidente, Presidente del Consiglio, Presidente della  Commissione e Alto Commissario. Leggendo, infine, delle polemiche in  corso circa un certo "disinteresse" dell' Alto Commissario per i propri  compiti, ho scoperto che tutti questi personaggi dispongono soltanto di un modestissimo  "gabinetto" di poco più di dieci persone, che, nel caso dei problemi  economici e industriali, non può, certo, essere sufficiente a  fronteggiare costantemente problemi  settoriali della più varia natura  tecnica e riferiti al mondo intero (e di competenza di quattro o cinque  diversi Commissari).Ci vorrebbe fin da subito un tavolo di  concertazione che fosse anche costantemente operativo, per poter  fronteggiare le continue crisi.
Quindi: specialisti, tratti dagli uffici dell' Unione o dai Ministeri  nazionali, che seguano in permanenza e sistematicità i vari settori, non  già nell' ottica dei singoli Stati Membri, bensì nell' interesse dell'  Unione, quale espresso dagli organi caso per caso competenti.Specialisti  che abbiano il quadro esatto e di dettaglio della situazione, e che  trovino il modo di informarsi anche sulle discussioni e iprogetti in  corso, o anche solo in discussione, in ogni parte del mondo, e che  possano suggerire fusioni, concntrazioni, società comuni, senza  aspettare le iniziative degli Stati Membri o delle imprese, né senza  reclutare caso per caso consulenti ad hoc.
Audizione dei Commissari  competenti in materia economica.
La procedura di audizione  della nuova Commissione dinanzi al Parlamento offre una buona dose di  informazioni circa il programma della Commissione stessa, che dev'  essere formalizzato Commissario per Commissario.
L'analisi  critica dei programmi prenderà un po' di tempo, perchè si tratta di 15  Commissari su 27.
Poiché, a oggi, non esiste l' "Authority"  suggerita da Jozzo, il Commissario che ha maggiori competenze è quello responsabile per l' Industria, che per  nostra fortuna, è, attualmente, l' Italiano, Antonio Tajani.  Questo dovrebbe costituire uno stimolo per tutti noi per studiare con  parrticolare cura questa materia, discuterla fra di noi e formulare  proposte.
Mettiamo a disposizione questo Blog, oltre che i locali  di Alpina, per ognuna di queste attività.
Scriveteci
Riccardo.lala@alpinasrl.com
Tel.0116688758.