martedì 16 marzo 2010

MOSTRA A TORINO AEREONAUTICA ITALANA

It was an Emotion to Revive Aviation History of Torino. Il a été une expérience émotionnante de revivre l'histoire de l' aviation à Turin. Es war eine grossartige Emotion Luftwaffegeschichte in Turin wieder zu erleben






Di tanto in tanto, a Torino, sempre pronta a parlare di automobili, ci si ricorda che la nostra città è anche la città pioniera in Italia dell' industria aerospaziale.

Per questo, non può non averci fatto piacere il fatto che, a cura dell' Aereonautica Militare, sia stata organizzata, a 100 metri dalla sede di Alpina, e a un chilometro dalla nostra abitazione, in quella Torino Esposizioni che, un tempo, veniva identificata con il Salone dell' Automobile, una mostra dedicata interamente ai cent' anni dell' Aereonautica Militare Italiana.

Purtroppo, siamo in tempi di tagli alle spese. Quindi, la mostra ha dovuto essere naturalmente contenuta.

Siamo in tempi di politicamente corretto.Quindi c'è stata, giustamente, molta obiettività, ma, a nostro, avviso, troppo poco rilevo per i fatti più salienti.

Siamo anche in tempi di eccessiva burocrazia e di poco sforzo inventivo: quindi, pochi riferimenti alla cultura del tempo, ai dibattiti politici; pochissime indicazioni sui grandi orientamenti tecnologici passati, e, soprattutto, futuri.

Ho rivisto, certo, con piacere, la grande sala dei disegnatori della FIAT Sezione Velivoli, cos' come la vidi nel '53, diretta da mio padre, dove presero vita, fra gli altri, il G 91, l' F 104 e il Tornado.E, tuttavia, mi sarebbe piaciuto che fossero spiegati ai cittadini i diversi percorsi della Fiat Sezione Velivoli e della Fiat Motori Avio, presso cui io stesso ho lavorato tanti anni.

Ho preso atto con piacere che si è dato atto al Futurismo di avere aperto un dibattito sulla modernità. E, tuttavia, sono mancate le grandi opere dei futuristi sull' aereonautica. Soprattutto, è mancato D' Annunzio.

Infine, capiamo che si tratta di una manifestazione dell' Arma: e, tuttavia, qualche accenno alle sfide tecnologiche in cui sono impegnate le imprese aerospaziali torinesi e l' Europa, sarebbe anche stata utile.

La realtà è che, a Torino, per l' Aeroenautica, ci vorrebbe, non soltanto, una mostra, ma, addirittura, un museo.

PER UNA FIAT EUROPEA


Rumors about Spin-off of Fiat Auto Should Raise Debate about "Nationality" of FIAT.Les indiscrétions sur apport d'actif du secteur automobile solicitent un débat à propos de la "nationalité" de FIAT. "Geruechte2 ueber Boersennotierung des PKW-Sektor stuetzen Neugier ueber "Nationalitaet" von FIA


Sarà la decima volta che sentiamo di una possibilità di "scorporo" del Settore Auto della FIAT, e del suo conferimento ad un nuovo Gruppo, formato con nuovi partner internazionali, nel quale la Famiglia Agnelli non deterrebbe più il controllo assoluto (SIMCA, Peugeot, Ford,Mercedes/Chrysler, Ford, General Motors, TATA, Chrysler,ecc...).

Eppure, fino ad ora, queste ipotesi non si erano mai materializzate.

Ciò significa che vi sono seri motivi per cui l' ipotesi è allettante, ma anche per cui essa non può avvenire.

Essa è allettante in quanto l' industria automobilistica è per sua natura mondiale, e i condizionamenti nazionali, locali e familiari, le stanno stretti.

Essa è impossibile perchè l' industria automobilistica (come la maggior parte delle industrie moderne) non può essere, né pensata, né creata, né sviluppata, né gestita, né mantenuta, né difesa, né, comunque, sopravvivere, senza una decisa opzione da parte "del Politico" (ideologia, Stato, Nazione, burocrazia, partiti, sindacati. "Politico" che "pensa" l' industria come strumento della Ragione vincitrice, che la impone penalizzando il feudo, il latifondo, l' agricoltura,il clero, che la fa nascere con la legislazione di privilegio per le società per azioni, che la sovvenziona direttamente, con le commesse militari, ed indirettamente, con le poloitiche sociali e con le infrastrutture, che la fa vivere con il welfare, che ne prolunga la vita con gli incentivi, ecc..
Oggi, siamo al "redde rationem".Oggi si può fare tutto ed il contrario di tutto, ma senza più i paraocchi delle Grandi Narrazioni, ed assumendosene una responsabilità politica dinanzi al mondo intero.

Se la fusione serve per "scippare" la FIAT alla Famiglia Agnelli, che, bene o male, l' ha sempre sostenuta, a Torino, a cui deve la propria esistenza, ed all' Europa, a cui sta chiedendo aiuto, bene, allora, le reazioni potebbero, e, a nostro avviso, dovrebbero, essere molto violente, econcentriche, da parte di tutti: Europa, Torino, sindacati, famiglia.Questo potrebbe avvenire, per esempio, nel caso di un "regalo" del controllo all' America per certi pregiudizi ideologici dell' attuale "leadership" e per certi "favori" di Obama.
Lo "scorporo" potrebbe non essere lesivo per nessuno se esso avvenisse contestualmente ad una transazione di comune soddisfazione delle controversie in Casa Agnelli, il centro dirigenziale del nuovo Gruppo fosse in Italia, o, almeno, in Europa, e, nella proprietà, fossero adeguatamente rappresentati Famiglia Agnelli, Europa Centrale e Orientale, e, se necessario, America, Turchia e India. E, comunque, la "decisione sullo stato di eccezione" deve spettare ad un' istanza europea.
Anche se l' "establishment", politico ed economico, crede di avere diritto a compiere le proprie decisioni addirittura di nascosto, e, comunque, con la più totale esclusione dell' opinione pubblica, noi, invece, crediamo che queste scelte debbano essere condivise.

Anche e soprattutto in un momento in cui sembrava avverarsi un' ipotesi preconizzata dallo stesso Montezemolo, e recepita da Sacconi, Scajola e Tajani, quella, cioè, di sottoporre la strategia sulle ristrutturazioni dell' industria automobilistica alla suprema autorità dell' Unione Europea.

A noi preoccupa l' affermazione di certi sindacalisti, ai quali non interessa chi siai l proprietario della Fiat.Per noi dev' essere europeo, dev' essere in sintonia con le strategie dell' Unione Europea, deve partecipare alla difesa dell' Euro.

Questo perchè proprio la crisi ha dimostrato ora più che mai che le grandi imprese automobilistiche, ed, in primis, General Motors, Chrysler, Autovaz e Sollers, non sopravviverebbero neanche un giorno senza un sostegno pazzesco, assolutamente antiliberista, da parte di tutte le Autorità.
Chiediamo ai nostri amici, alla Direzione FIAT, alle Autorità locali e nazionali, ai sindacati, all'opinione pubblica, all' Unione Europea, ed, in particolare, al Commissario Tajani, di aprire un pubblico dibattito europeo su questi temi.

Discendiamo da una famiglia che ha dedicato la vita a dirigere la FIAT; anche noi abbiamo dedicato a questo scopo almeno vent'anni della nostra vita, e sappiamo non poco dei temi che oggi ribollono. Siamo a disposizione di chiunque voglia affrontarli con animo sgombro da eccessivi interessi particolaristici ed ascoltando la voce di chi ha maturato un' esperienza in queste cose.